La radiografia di questo male sociale è descritta nel rapporto sulla povertà infantile redatto dalla Federació d?Entitats d?Atenció i d?Educació a la Infància i la Adolescència, FEDAIA, che raggruppa 85 associazioni che lavorano per migliorare la vita di 30.000 ragazzi e 9.000 famiglie a rischio di esclusione sociale. La pubblicazione dello studio si inserisce nella campagna di sensibilizzazione “ Perchè i bambini non paghino la crisi: combattere la povertà infantile dipende da tutti”
http://xarxanet.org/social/noticies/que-els-infants-no-paguin-la-crisi
Nella ricca Catalogna il 23,7% dei bambini sono poveri e in Spagna la media arriva al 26,5% .
Qui da noi i bambini non vanno scalzi e non giocano nelle discariche, ma questo non vuol dire che le loro necessità fondamentali siano assicurate.
Molti di loro non mangiano adeguatamente perché i genitori non possono fornir loro alimenti di qualità oppure perché la situazione familiare impedisce che un adulto possa farsi carico dei più piccoli.
Sono poveri i anche i bambini e gli adolescenti che non hanno abiti adeguati alla stagione e vivono in case malsane e senza spazi per studiare e giocare.
Questa infanzia precaria marcherà il resto della loro vita, a cominciare dalla resa scolastica fino alla tendenza a riprodurre il circolo vizioso della povertà anche da adulti.