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29 d'abril de 2012
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Perché la Spagna non farà nessuna riforma

I catalani sanno per esperienza diretta che tutti i treni ad alta velocità  vanno a Madrid
 
In Italia conosciamo la versione stradale di questo modo di dire già dai tempi dell’antica Roma

Il giornale economico The Wall Street Journal critica – in un’ articolo del suo editorialista Raymond Zhong – il discorso centralizzatore del governo spagnolo di Mariano Rajoi, accusandolo di fare investimenti ferroviari faraonici invece che applicare riforme strutturali. Il titolo di per se eloquente: “Perché la Spagna non farà nessuna riforma” è rinforzato dal sottotitolo “I catalani sanno per esperienza diretta che tutti i treni ad alta velocità  vanno a Madrid”. 

In Italia conosciamo la versione stradale di questo modo di dire già dai tempi dell’antica Roma.

Zhong cita come esempio la riforma del mercato del lavoro, su cui il ministro dell’economia De Guindos a gennaio scriveva sul suo stesso giornale che che l’obiettivo di Madrid era di avere solo due tipi di contratti: uno per il tempo pieno e uno per il tempo parziale. La legge approvata nel mese di febbraio, secondo Zhong, non solo non ha ridotto gli oltre 40 tipi di contratto esistenti ma ne ha creato uno di nuovo.

L’autore si dice sicuro che lo stato spagnolo non manterrà le promesse fatte a Bruxelles e accusa governo di voler scaricare sulle Comunità Autonome tutti i suoi problemi di deficit in un gioco politico orientato a distrarre l’attenzione dalle riforme che potrebbero davvero aiutare i governi regionali a migliorare loro bilanci.

L’articolo esamina anche gli investimenti in infrastrutture dello Stato, che ha “più aeroporti internazionali e le autostrade più chilometri di qualsiasi altro paese in Europa continentale” e nel numero di treni ad alta velocità è superato solo dalla Cina.

Il risultato – secondo il giornale – è che la Catalogna, base industriale della Spagna e, come la Lombardia o la Ruhr, uno dei più importanti distretti industriali d’ Europa, perde ogni anno una media del 9% del suo PIL, che è poi speso o ridistribuito da Madrid: da nessuna parte, in Europa o Nord America, ci sono i trasferimenti di queste dimensioni all’interno di uno stesso stato.
Nel lungo articolo di Raymond Zhong si cita il docente di economia dell’Università di Barcellona Germà Bel quando sostiene che Madrid applica le stesse politiche di controllo centralista di sempre, perché sono “nella genetica dello stato spagnolo”.

 

http://online.wsj.com/article/SB10001424052702304811304577367321691794512.html#articleTabs%3Darticle

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