Saül Gordillo www.saul.cat

Bloc sense fulls

5 de juny de 2006
5 comentaris

El govern multipartit de Prodi

Gràcies a Yannick Valenti, "corresponsal" a Itàlia del Bloc sense fulls, podem llegir aquesta anàlisi de la política italiana i del nou govern multipartit d’esquerres de Romano Prodi, que relleva l’executiu de centre-dreta de Silvio Berlusconi.

Dunque, come di sicuro sai, Prodi ha presentato la sua lista di governo e casualmente lo ha fatto esattamente dieci anni dopo il suo primo governo, nello stesso giorno (17.05.1996 – 17.05.2006). Molte facce sono le stesse, pochi sono i volti nuovi. Ce ne sono un paio insoliti e curiosi: l’ex-cassaintegrato FIAT P. Ferrero di Rifondazione Comunista (alle Politiche Sociali) e A. Bianchi degli indipendenti di sinistra in quota Comunisti Italiani, professore universitario di urbanistica e ammiratore di Castro (ai Trasporti).

Ma questa lista di governo non ha mantenuto le aspettative rivoluzionarie della vigilia. Anzitutto è stata composta secondo la più tradizionale spartizione politica, riesumando e seguendo alla lettera il famigerato "manuale Cencelli". Così Mastella (Udeur) ha ottenuto il Ministero della Giustizia grazie ai suoi voti al Sud, e Ds e Margherita (soprattutto i primi) hanno ottenuto gran parte dei ministeri, viceministeri, sottosegretariati e via dicendo. Ancora una volta si è confermato il trend degli ultimi dieci anni che vede il numero dei funzionari di governo aumentare di legislatura in legislatura. Ormai sembra assestarsi ma siamo molto vicini alla soglia di 30 ministri e di 100 funzionari in generale.

Uscito dal giuramento, Prodi ha affermato essere deluso in prima persona per non aver raggiunto solo il 25% di ministri donna e non il 30% come auspicava. Ebbene, 6 ministri su 26 sono donne (Berlusconi ne aveva 2), ma una sola – L. Turco (Ds) alla Salute – ha un ministero con portafoglio. Il vero problema però non è la semplice quota, quanto il valore della persona. Berlusconi, per esempio, ha eletto l’ennesima soubrette in parlamento, l’ex miss Italia M. Carfagna. Ora, spero vivamente che quest’ultima smentisca tutti i diffidenti – me per primo – e si dimostri una politica di razza, ma nella coalizione di maggioranza le personalità politiche femminili e le loro responsabilità sono di tutt’altro peso.

1) L. Turco (Ds) alla Salute è un’ottima politica con una lunga esperienza di governo (ministro per le pari opportunità dal ’96 al ’01) e opposizione. Il ministero che ha ottenuto rispecchia senza dubbio le sue capacità.

2) E. Bonino (Rosa nel Pugno) – penso la conosciate anche in Spagna – ha ottenuto solo il Commercio Internazionale e le Politiche Europee ma anche lei non si discute in quanto a capacità e caratura politica, e sono sicuro che riuscirà a rendere importante anche questo pur piccolo ministero.

3) R. Bindi (Margherita), è un altro cavallo di razza del centrosinistra. Cattolicissima e superdemocristiana, era stata un ottimo ministro della salute nei governi di centrosinistra tra il ’96 e il ’01, autrice di una riforma omaggiata da tutti. È anche una fedelissima sostenitrice di Romano Prodi. A lei è toccato il ministero della famiglia, uno dei tre misteriosi e per il momento vaghi ministeri in cui è stato diviso il Welfare (Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro). In una sola settimana ha scatenato un putiferio con due interviste – una al Corriere della Sera e una all’Avvenire (giornale ultracattolico) – in cui, non solo dichiarava definitivamente chiusa l’amicizia con G. Fioroni che le ha soffiato con bassezze e sotterfugi il ministero della pubblica istruzione, ma sosteneva anche (e con validi ragionamenti) di voler garantire assolutamente a tutti i cittadini il diritto alle unioni civili e alla famiglia. Se non ha le palle lei…

4) G. Melandri ha ottenuto lo Sport e le Politiche Giovanili. Se ne era già occupata nei due governi d’Alema e in quello Amato, e con Veltroni lanciò la linea che dava al calcio piena autonomia e che in questo momento è tanto criticata. Non si è lasciata impressionare dalle vicende di calciopoli è ha già detto che quella era la direzione giusta e non si cambia.

5) e 6) Le altre due donne ministro sono nuove alla politica nazionale (L. Lanzillotta e B. Pollastrini) ma sembrano avere un buon curriculum in seno ai partiti e alle politiche regionali, ma non conoscendole aspetto di vederle all’opera.

7) Da ultima ma non ultima c’è A. Finocchiaro, che non è ministro ma non va neanche dimenticata. Funzionario della Banca d’Italia, pretore della Repubblica, ex-ministro e personaggio politico di primo piano, Anna Finocchiaro è un fiore all’occhiello del centrosinistra, al punto che è stata candidata alla presidenza della Repubblica, ed è ora capogruppo dell’Ulivo in senato (Ds e Margherita insieme), guidando 101 senatori sui 159 della maggioranza.

Ultimo problema introdotto dalla vicenda di Rosi Bindi sono le dichiarazioni dei neo-ministri. Appena eletti quasi tutti si sono lanciati in straordinarie dichiarazioni. Ponte sullo stretto, TAV, televisioni, mediaset, unioni tra omosessuali, pillole abortive, leggi sul lavoro, fecondazione, ritiri immediati dall’Iraq, in una settimana tutta l’Italia è stata riformata e rivoluzionata su giornali e tv. Ma non in parlamento. E nemmeno in senato, dove la maggioranza è così esigua che sono necessari un’impeccabile coesione e i voti di almeno due dei sette senatori a vita per ottenere qualsiasi cosa (la fiducia al governo è stato un ottimo esempio). Proprio per questo Prodi ha zittito tutti: "c’è un programma di governo da realizzare, basta salotti e interviste, testa bassa e pedalare".

Ecco, questa sembra essere la vera certezza di Prodi: il programma di governo. Un almanacco di 286 pagine, preso in giro da tutti (ma sul sito di Prodi e dell’Unione ci sono delle schede riassuntive piuttosto chiare e brevi), e soprattutto firmato da tutti i partiti prima delle elezioni. Tutti dovranno attenersi strettamente al programma. Memore della caduta di governo firmata Bertinotti nel ’98, Prodi si è voluto assicurare con questo salvavita.

Ci sono un paio di altri accorgimenti da osservare. Oltre alle valide e fedeli donne ministro di cui sopra, va notato che i posti chiave in governo sono stati affidati a politici dei Ds e della Margherita vicini alla linea del premier (A. Parisi alla Difesa), convinti sostenitori del partito unico dell’Ulivo (Bersani alle Attività Produttive, Gentiloni alle Comunicazioni e E. Letta Segretario del Consiglio dei Ministri), o da ministri tecnici, competenti e autorevolissimi, e garanti di una politica più europeista (Padoa Schioppa all’Economia e Amato all’Interno).

Ma soprattutto, a parte i casi di Diliberto dei Comunisti Italiani, e Bertinotti di Rifondazione Comunista, tutti i presidenti di partito fanno parte del governo: Pecoraio Scanio (Verdi) all’Ambiente, Di Pietro (Italia dei Valori) alle Infrastrutture, Rutelli (Margherita) ai Beni Culturali e Vicepremier – come aveva preteso – insieme a D’Alema (Ds) che ha gli Esteri, Mastella (Udeur) alla Giustizia e la Bonino (Rosa nel Pugno) che non è presidente del suo partito ma ne è l’elemento più rappresentativo. Sono tutti sulla stessa barca insiema a Prodi, o si rema tutti nella stessa direzione o si affonda.

Queste sono le prime osservazioni sulla compagine di governo assemblata da Prodi, ora aspettiamo e pazientiamo, vedremo cosa sapranno fare.

  1. I miei amici italiani sono davvero preocupati. Questo "tutti contro Berlusconi" è abastanza periccoloso. Si vedrà come andrà a finire, ma comunque la sinistra è al potere. Speriamo per benne.
    Questi giorni è il vostro 60º anno di Repúbblica… beati voi!

    Saluti!

  2. Gràcies Saül per el post, la política italiana és apassionant, i desgraciadament les dones ho tenen encara més difícil que aquí, tot i que hi han exel.lents polítiques com la mateixa Emma Bonino. A mi, la fórmula "tots contra en Berlusconi" em sembla encertadíssima, l’esquerra s’ha d’unir, hem d’apendre a conviure entre nosaltres i no a dividir-nos, és complicat, però s’ha d’intentar, la dreta ho té molt clar.

    Un baccio

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