Raül Romeva i Rueda

REFLEXIONS PERISCÒPIQUES

Publicat el 9 de gener de 2009

Cannavaro i Lippi alimenten l’homofòbia

Altament consternat per les recents declaracions del central napolità del Reial Madrid, Fabio Cannavaro, i del seleccionador italià, Marcello Lippi, en relació a que no veu bé els matrimonis entre persones del mateix sexe, el primer, i a que no hi ha futbolistes que siguin homosexuals (i que si n’hi ha no tenen per què explicar-ho), el segon, m’he vist obligat a dirigir una pregunta a la Comissió Europea instant-la a que prengui cartes en l’assumpte (no us perdeu tampoc les fantàstiques i iròniques reaccions de l’Associació italiana pro-drets LGBT, Arcigay, a través del seu president, Aurelio Marcuso. (Segueixen més avall la pregunta i les reaccions d’Arcigay…):
Pregunta de Raül Romeva a la Comisión Europea en relación a las declaraciones de Fabio Cannavaro y Marcello Lippi sobre la homosexualidad

En
una entrevista que publicaba recientemente la revista italiana Chi, un
futbolista italiano altamente conocido, Fabio Cannavaro, actualmente en las
filas del Real Madrid se pronunció contrario a la ley que permite en España las
bodas homosexuales. Arcigay, la principal asociación de homosexuales de Italia,
y otros colectivos homosexuales del país han alzado su voz contra estas
declaraciones de Cannavaro y atribuyen la resistencia a aprobar los matrimonios
homosexuales a la influencia de El Vaticano. En una líniea similar a la de
Cannavaro, el seleccionador de fútbol italiano, Marcello Lippi, en una
entrevista a una radio por internet que fue recogida ayer por la prensa
italiana asegura no haber conocido a ningún jugador homosexual a lo largo de
sus 40 años en el fútbol como centrocampista y luego entrenador. Eso sí,
confiesa que, según lo que le han contado, hay algunos jugadores “con
cierta tendencia, pero que no van por ahí explicándolo”.

Ambas
declaraciones resultan preocupantes tanto por el contenido como por el renombre
público i social de quienes las han hecho. En un momento en que resulta
fundamental mandar mensajes en contra de la homofobia y en favor de la libertad
de orientación sexual, este tipo de declaraciones suponen un grave precedente
que la Comisión debiera tener en cuenta y, en la medida de lo posible, atajar.

Por
ello el diputado que firma quisiera saber, ¿Qué opinión le merecen a la Comisión
este tipo de declaraciones?¿No considera la Comisión que las mismas son un claro
indicador de que es necesaria una clara y valiente campaña en favor de las
libertades sexuales, campaña a la que deberían participar, también, deportistas
de renombre que pudieran mandar un mensaje radicalmente opuesto al lanzado por
Cannavaro y Lippi? Personalmente apoyo la invitación que Arcigay ha hecho a Cannavaro
para que asista al Festival Pride de Génova, como padrino, para conocer
mejor la realidad gay. ¿Qué opina la Comisión al respecto? Y más allá
de todo esto ¿qué medidas concretas prevée
impulsar la Comisión para garantizar la no discriminación de las
personas,
indiferentemente de su orientación sexual, dentro de la UE, lo que
implica,
entre otras medidas, el reconocimiento de las parejas y matrimonios de
personas
del mismo sexo indiferentemente del país donde dicha pareja decida
instalarse?

******

Reaccions d’Arcigay

Cannavaro più italiano e
Lippi come le tre scimmiette

07/01/2009 – Aurelio Mancuso

Comunicato stampa Arcigay 07.01.09
Arcigay: Lippi non vede, non sente, non parla

Invitiamo il CT della Nazionale di calcio a partecipare ad un pubblico
confronto in preparazione del Pride nazionale di Genova

Davvero gustose le dichiarazioni di Marcello Lippi,
allenatore della Nazionale, sull’omosessualità nel calcio. Si vede che questi
sono giorni frizzanti nell’ambiente calcistico, se dopo le perle di saggezza
di Fabio Cannavaro ora siamo a commentare l’intervista a KlausCondicio di
Marcello Lippi, che non ha mai conosciuto un calciatore gay, e soprattutto che
crede che non ne esistano
.

Sarebbe assai semplice confutare queste impressioni personali,
ma il punto non è dimostrare quanti e quali calciatori di serie A e di tutte le
altre categorie vi siano, la questione vera è che questo continuo negare, oltre
ad esser ridicolo (cosi come ben raccontato da una recente trasmissione di Paolo
Colombo su La7
), comincia ad esser fastidioso.

Gli omosessuali sono persone che praticano tutti gli
sport, sono impiegati in tutte le professioni, vivono dentro questa società
come tutti
. In ambienti
particolarmente machisti come quello del calcio, gli omosessuali si nascondono
ancor di più e visto che non presentano tratti somatici o d’atteggiamento
differenti (a meno di fermarsi ai soliti stereotipi) è evidente che siano
risultati invisibili anche a  Lippi.

Ci permettiamo però di dubitare che l’allenatore mondiale
non abbia mai sentito, nella sua lunga esperienza di importanti club, di
diversi episodi e storie omosessuali.

Insomma Lippi fa come le tre scimmiette: non vede, non sente, non parla,
favorendo nei fatti il clima ostile nell’ambiente calcistico italiano nei
confronti delle persone omosessuali. Siccome  però, Marcello Lippi è noto
per essere persona equilibrata ed aperta, lo invitiamo ad un pubblico
confronto  da tenersi nei prossimi mesi, in preparazione del Pride
nazionale di Genova, così per poter parlare con franchezza di calico italiano
ed omosessualità
.

Ci fa naturalmente piacere che Lippi non escluderebbe
calciatori gay dalla Nazionale, atteggiamento questo che in tutti i paesi
civili parrebbe normale, ma in Italia sarebbe considerato coraggioso. Siamo
certi, quindi, che come molti suoi omologhi europei vorrà così dare un segno
inequivocabile contro ogni tipo di discriminazione omofoba
, impegno tra
l’altro tanto più importante nel nostro Paese, dove in diversi ambienti ultras
si professa la violenza contro i gay.

Aurelio Mancuso, Presidente Nazionale Arcigay

Nota stampa Arcigay 06.01.09

CANNAVARO: COSI’ CI SPEZZI IL CUORE…

Ci rimarrannno male i tantissimi maschi gay che ammirano da sempre le beltà
partenopee del pallone d’oro Cannavaro, nell’apprendere che a lui non piacciono
i matrimoni gay, ma apprezza tutte le altre riforme spagnole. Così il mondiale
calciatore ci ha sicuramente spezzato il cuore, per non dire di tutti gli abiti
da sposi andati distrutti nelle ultime ore.

Le sue opinioni, che fanno il paio
con quelle dell’altro sex symbol Gattuso
, non ci faranno dormire per notti intere! Attendiamo
che un po’ di capacità cognitiva lo aiuti a comprendere meglio perché in un
paese come la Spagna (e decine di altri in Europa e nel mondo) si vive
meglio, rispetto a questo ormai mediovale nostro Paese
.

Nel frattempo ci consoleremo riguardando con
attenzione le centinaia di filmati di abbracci amorosi ed ammiccanti di tanti
giocatori italiani che in campo sfogano le loro maschie cameratesche gioie, e
nascondono con grande cura, come sappiamo da sempre, le loro diverse storie
gay.

Come sempre esser omosessuale deve esser un fatto
privato, nascostissimo; questi amori devono esser sofferenti e senza alcuna
tutela e diritti. Cannavaro riassume bene il machismo del calcio italiano:
bello e prevedibile.

***

Articolo di Aurelio Mancuso su Liberazione del
07.01.09
MANCUSO: CANNAVARO, VIENI AL PRIDE DI GENOVA!

Il fascino indiscreto del maschio latino, tutto muscoli, (non grande altezza),
corsa, agonismo, successo…

Come si fa a negare che a tanti gay Fabio Cannavaro faccia sangue?
Difficile…Il fascino indiscreto del maschio latino, tutto muscoli, (non grande
altezza), corsa, agonismo, successo… Quel testosterone sprizzante, che
sollecita i più reconditi istinti squisitamente maschili, che nei gay non
mancano proprio. E subito ci vengono in mente le pose plastiche negli
spogliatoi per la pubblicità dei noti stilisti omosessuali Dolce e Gabbana
,
che per la loro linea intimo, hanno messo insieme la summa dei sogni erotici
gay (e naturalmente di moltissime donne) tutti ammonticchiati e con la pelle
lucida effetto sudore, da far venire mancamenti per strada.
Calciatori italiani seminudi in bella vista per tutta Italia! Si racconta che
diversi gay metropolitani nel cozzare negli enormi tabelloni nei vialoni
milanesi o sul raccordo romano, abbiano provocato diversi incidenti con
tamponamenti a catena. Ma è l’occhio vivido azzurro partenopeo che ammalia,
quel sorriso provocante, disarma, e il Fabio Cannavaro, campione del mondo,
pallone d’oro, ora emigrato in terra spagnola, nessuno proprio se lo può
scordare.

E poi il nostro beniamino non è stato sguaiato come
altri suoi orrendi colleghi, ha solo detto: «La Spagna sta bene, ha
investito nel rinnovamento delle grandi città. I matrimoni gay? Mmmh, su
quello, forse, sono più italiano»
. Eh sì lui è più italiano, come il
disastroso governo, la insipiente sinistra, la solidarietà sociale in frantumi,
l’assenza di diritti civili, le mafie, ecc ecc
. Bravo Fabietto nostro,
finalmente uno scatto d’orgoglio e su un argomento topico: i matrimoni gay.

In queste ore molti gay sono assaliti dalla
disperazione, perché questa dichiarazione di Cannavaro distrugge tutti i loro
sogni che il loro idolo, impossibile da circuire, almeno potesse presenziare ad
un loro (lontanissimo) matrimonio. Va beh ci consoleremo in qualche modo,
evidenziando quanta ipocrisia avvolga il calcio italiano, dove molti calciatori
gay, si devono nascondere per paura di esser cacciati via.

In questo senso rimandiamo all’istruttiva trasmissione
di Paolo Colombo
, andata in onda su La7 qualche tempo fa su calcio ed
omosessualità.

Comunque, siccome a Cannavaro ed altri famosissimi
calciatori italiani non ha fatto impressione posare ed esser testimonial per
una firma di moda notoriamente gay, facciamo una bella propostona: Fabio
nostro, vieni a Genova al Pride nazionale a farci da padrino! Se riesci
porta pure qualche altro bel calciatore, che so Gattuso, Del Piero, ecc ecc.,
così magari da dimostrare, che quello che avviene in altri paesi d’Europa da
parte di tanti club di calcio, è possibile anche in Italia: un impegno contro
ogni forma di discriminazione ed omofobia e per la tutela dei diritti civili. Dai,
ti aspettiamo a Genova, a giugno…


Aurelio Mancuso presidente nazionale Arcigay

Foto:Fabio Cannavaro. Font: Fotografia en la nota d’Arcigay



  1. El món de l’esport professional (especialment el masculí) és profundament homòfob. La mostra d’això és que els pocs esportistes d’elit que han declarat de manera pública la seva homosexualitat ho han fet un cop retirats (entre les esportistes sí hi ha alguna excepció, com la tennista francesa Amelié Mauresmo). No fa pas tant a l’NBA americana va haver-hi una sèrie de jugadors coneguts – d’aquests que són models socials a seguir – que manifestaven que no estarien disposats a compartir vestuari amb jugadors homosexuals.

  2. Parece que alguna gente cuando se habla de derechos GLBT se siente especialmente incomoda. No creoque sea bueno esconder la cabeza debajo del ala, especialmente en sectores donde vivir de manera normal la opció sexual es tan difícil como el deporte, la fábrica, el pequeño taller familiar con cuatro empleados y tantos otros.

    Necesitamos gente que defienda los derechos civiles  de las minorias en el Pralamento Europeo, en todas las instituciones, en la calle y en el dia a dia. Creo que la acción del Raül hay que  felicitarla, seguro que nos ayuda a todos a ser más happy. Vivir en una sociedad en igualdad nos beneficia a todos gays o no gays.

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