Arnold Shoenberg (1874 – 1951) ha avuto con la città di Barcellona un legame tutto speciale. Il padre della musica atonale tra l’ottobre del 1931 e luglio 1932 vi si trattenne per lavorare all’opera Mosè e Aronne e una composizione per piano.
Di fatto, il maestro si era trasferito a Barcellona per motivi di salute su consiglio dei medici: il clima della città di Berino, dove in quel momento viveva, era incompatibile con i disturbi causati dall’asma di cui soffriva. Suo riferimento in città era il compositore e discepolo Robert Gerhard (1896 – 1970) considerato uno dei migliori compositori catalani del Novecento.
Il legame del compositore con la capitale catalana è dimostrato da due fatti interessanti: il primo è nel nome che, d’accordo con la moglie Gertrude, ha dato a sua figlia, nata proprio a Barcellona: Núria. Come è noto, i nomi Núria e Montserrat sono tipicamente catalani e diffusissimi. La stessa Núria Schoenberg racconta dell’accoglienza che le viene spesso riservata per il solo fatto di portare questo nome; vive in Italia, a Venezia, è vedova del compositore Luigi Nono e si dedica all’ordinamento e la promozione della fondazione che porta il nome del marito.
L’altro fatto che dimostra il legame intimo che si era venuto a creare con Barcellona consiste nella scelta della casa in cui vivere: il compositore viennese, legato alla tipologia tradizionale della piccola casa in una tranquilla periferia, prese in affitto quella che in Italia chiameremmo “villetta bifamiliare” nel quartiere di Gràcia, nelle vicinanze della collina del Park Güell. Si tratta di un piccolo progetto dell’architetto modernista Salvador Valeri i Pupurull con un trattamento di spazi e superfici evidentemente orientato al massimo confort.
Diversi anni dopo, negli USA dove si era trasferito, Schoenberg si fece costruire una replica esatta dell’edificio barcellonese.
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